Schippettino di Prepotto e la sua Associazione

Tutto riprende come fosse un film, le strade, le colline, le vigne, i confini. Sono di nuovo a Prepotto e salgo a poche centinaia di metri dal centro, al Castello di Albana, location davvero importante per questi giorni dedicati alla presentazione dello Schioppettino di Prepotto, varco il portone del Castello un po’ come passando dal ponte levatoio, entro e vedo Hilde Petrussa insieme a Lino Casella che rastrellano il giardino. Mi chiamano e fanno cenno alla carriola, carichiamo l’erba tagliata, e così riprendono i discorsi lasciati l’anno scorso, la vendemmia, i vini, il tempo; bello essere di nuovo tra loro, gli amici di Prepotto, e subito mi chiedono se son pronto per un fine settimana tutto Schioppettante !!!
Cerimoniere dell’evento Paolo Ianna, grande interprete della viticoltura friulana ma soprattutto del vitigno Schioppettino e del suo territorio. Prepotto devi davvero conoscerlo e devi lasciarti prendere per mano dai produttori di questo vino tornato grande, dopo che qualcuno voleva addirittura metterlo tra i vitigni indesiderati. Prepotto terra di confine, a qualche decina di metri dalla Slovenia, e un progetto, il Rural far conoscere cioè il Turismo Rurale nell’area intorno al Fiume Judrio con tutti i prodotti, anche enogastronomici che non mancano sicuramente in questa zona, un territorio come si dice “ Unico per Natura”. Quest’anno ribadivo, un salto di qualità presentando le giornate dello Schioppettino nel Castello di Albana, il Cjastiel a dirla in Furlan, oggi in fase di ristrutturazione recuperando gli stessi materiali che sono serviti per la costruzione. Un Castello vero del 1200 regalato alla chiesa di Cividale e poi nel corso dei secoli passato di mano in mano, per finire requisito e usato come ospedale dall’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Ma con il matrimonio dell’ultima discendente dei Mels Albana, il Castello passa in eredità alla famiglia Gabrici di Cividale e dal 2000 Leonello Gabrici sta facendo uno sforzo encomiabile per ridare lustro a quasi 800 anni di storia.
Le degustazioni delle 18 aziende che producono Schioppettino di Prepotto si sono svolte all’interno di uno dei saloni del Castello, come anche il Cooking Show presentato da Renato Grando fiduciario Slow Food esperto di storia e cultura della gastronomia friulana e dentro le Cantine del Castello dialoga con gli chef che presentano piatti di terra e di mare, come Carlo Piacentin che esibisce il Tonno rosso con riso nero, verdure e salsa di acciughe, e Marco Toffolin che propone la Zuppa con Germano Reale piatto di grande tradizione contadina, un gioco piacevole poi, quello di abbinare i piatti allo Schioppettino rendendo unico anche questo momento sui fornelli.
Ci coinvolge e ci appassiona l’incontro con Claudio Fabbro esperto di fatto, del nostro Schioppettino con la storia di questo vitigno, chiamato anche Ribolla Nera e in sloveno Pocalca, e che rientra nella Doc Colli Orientali del Friuli, sottolineando anche l’apporto dato da Hilde Petrussa e dalla famiglia Ceschin a questo vitigno, esempio seguito anche da tutti gli altri produttori; mi colpisce soprattutto quando sottolinea quanto valore sia stato dato ai vitigni internazionali a scapito di quelli autoctoni, e noi di Bergamo ne sappiamo qualcosa! Nel corso dell’assolato pomeriggio poi, anche l’intervento di Nicola Macrì, che ha voluto tenerci informati sullo studio delle selezioni sui lieviti autoctoni iniziato qualche anno fa e terminato con successo.
Poi finalmente l’appuntamento con i diciotto Schioppettino introdotti dal talento di Ian d’Agata e man mano da tutti i produttori che ci hanno appassionato nella descrizione dei territori, dei profumi, delle vinificazioni e dei vini. Da Grillo Iole a Casella poi Petrussa e Stanig, Bodigoi, La buse dal Lof, La Viarte, Roncsoreli, Antico Broilo, Maion, Pizzulin e poi ancora Vigna Petrussa, Colli di Poianis, Marinig, Vigna Lenuzza, Le Due Terre, Ronco dei Pini, Casa di Legno.
Ognuno con nuance differenti ma sempre quello speziato che affascina, naso elegante e suadente in bocca. Posso dire di aver trovato un miglioramento in tutti i vini, più convincenti e di spessore, e ancora di più posso affermare quanto siano espressione del territorio.
Poi la Domenica in vigna, una vigna dedicata allo studio del Vitigno Schioppettino, al suo legno, cioè al tralcio e al fogliame, come al grappolo e ai vari filari. E mentre si aprivano i banchi di degustazione ed il mercato trans-frontaliero, Liliana Savioli presentava il laboratorio multisensoriale, per dare vita alle sensazioni che percepiamo con lo Schioppettino nelle diverse e coinvolgenti atmosfere.
Ancora di più con le premiazioni di "Schioppettino a modo mio" il format che lo scorso anno ha visto coinvolti numerosi wine lover, tra cui il Team di Sommelierfriend che insieme ad altri due innamorati dei questo vino sono stati selezionati per portare il nome del vitigno in alto, un po’ come i nostri calici.