Busocaldo il Lugana di Paolo Pasini 
Avrei voluto parlane prima, ma tutti si pronunciavano, esprimevano considerazioni, dicevano, divagavano, e poteva sembrare di volermi sovrapporre ad altre filosofie di pensiero legate ad un vino, un vitigno, un vigneto. Il vitigno è il Lugana, o meglio Trebbiano di Lugana più conosciuto come Turbiana,  il Vino ottenuto è il Lugana Busocaldo, dal vigneto denominato Busocaldo; per l’occasione degustato nell’Azienda Pasini San Giovanni a Puegnago del Garda e introdotto da Paolo Pasini ma gli ospiti che l’hanno descritto erano davvero molti.
Non vorrei rimanere impantanato nell’esprimere soltanto giudizi riguardo alle annate degustate, si perché quelle che abbiamo valutate sono state sei annate, di Busocaldo che hanno completamente assorbito ogni instante di quei momenti  indelebili, di una degustazione estremamente intrigante. Prima di raccontarvi delle annate devo parlarvi di questo vino estremamente particolare, che nasce in un vigneto a due passi  da Peschiera del Garda, e che prende nome da un’antica trattoria a pochi passi dalla vigna, locanda ben nota anche per gaie serate in letizia. Una verticale di Busocaldo dal 2006 al 2012 dove abbiamo trovato sensazioni, nuance, sfumature rare da paragonare con (ad) altri Lugana.  Qui influisce poco la mano dell’uomo, qui c’è natura, qualità in vigna e schiena bassa nei vigneti. Poi possiamo valutare il residuo zuccherino, l’acidità e la volatile, ma io non sono così tecnico e per farvi aver voglia di incontrare prima, e assaggiare successivamente questo vino, devo per forza raccontarlo nella maniera più semplice, sempre ne sia capace. Sapete, entrando nella Cantina di Paolo Pasini, ho sempre avuto l’opportunità di degustare vini particolarmente interessanti e quando mi hanno proposto di partecipare a questa verticale ho accettato subito, avendone assaggiato due gocce nell’occasione di Armonie senza Tempo, la giornata dedicata ai Lugana  lo scorso mese di settembre.
E’ quando ascolti Paolo parlare di questo vino che ti senti coinvolto perché capisci che la natura e l’uomo lavorano “… per la consacrazione di un grande vino, degno di un vitigno come il Turbiana…” ; un vino il Busocaldo, che non trova posto in nessun legno, ma soltanto un affinamento in acciaio seguito alla vinificazione, e soprattutto il contatto per un anno sulle fecce fini o lieviti esausti, rimestate solo quando lo decide il cantiniere. E con estrema gioia sono di nuovo pronto a schierarmi per quei vini bianchi da non bere nell’immediato, trovando la conferma di chi come me era presente alla degustazione, oltre poi nelle varie espressioni dei vini nella verticale, ad essere davanti ad un Lugana con caratteristiche di mineralità e grande freschezza, addirittura – a secondo dell’annata – con note di piccola pasticceria.

Un vino con l’importanza di un grande naso, dove si perdono i ricordi agrumati e poi erba secca, quasi fieno, e sulle labbra un leggero ricordo di salsedine, altre volte grasso, mentolato. In alcuni note petrolate gentili, ma sempre con un grande equilibrio; ancora profumi  importanti e una bocca speciale, tutti con grandi finali a ricordo di una degustazione irripetibile, visto poi che molti dei vini sono terminati anche (per la vendita) al bancone, ma altri fra poco saranno pronti e mi auguro di poterli confrontare con il ricordo di quelli appena bevuti. Grazie Paolo, per aver creduto in questo progetto e per averci dato la possibilità di diffondere il verbo ai molti, delle diverse sfaccettature di un Grande  Lugana.  

Per darvi un’idea ecco le annate degustate:
Il primo un Lugana 2006 base che ci ha raccontato del territorio
Busocaldo Axìlos Lugana 2006
Busocaldo Lugana 2008
Busocaldo Lugana 2009 da evoluzione  
Busocaldo Lugana 2011  
Busocaldo Lugana 2012 campione da vasca