Ristoratori e tappo a vite, Il Diavolo e l'Acqua Santa


di Renato Rovetta

Perchè al ristorante non ci propongono vini con il tappo a vite? semplice perchè al ristoratore non piacciono, perchè non lo ritengono poetico, probabilmente ritengono più poetico l'odore del tappo di sughero nel vino. 

Mi è capitato durante l'estate, per lavoro ma anche per piacere, di frequentare ristoranti e in alcuni di essi l'amara sorpresa del vino che sapeva di tappo, non appena chiedevo come mai non avessero una linea di vini con il tappo a vite, il famoso Stelvin, dicevano che ero uno sprovveduto che non sapevo le differenze, molti si sono spinti a consigliarmi un corso per sommelier.

Credo invece - cari ristoratori - che siate rimasti legati ad un vecchio ricordo del tappo di sughero e lo siate ancora di più perchè non vi adeguate alle esigenze di produttori e clienti, nemmeno volete tener a mente che se fate un salto in qualche stato estero come il Canada ma anche in Germania con i suoi Reasling in qualsiasi ristorante o enoteca troverete grandi vini con il loro bel tappo a vite, anche bottiglie di vino italiano, al contrario non potrebbero essere esportati. 

Ma veniamo al ristoratore, è' lui che rabbrividisce se il produttore glielo propone, è lui che detta legge. Vi spiego: un produttore che fa poche bottiglie, ha la piacevolezza di venderle senza avere resi, ma quando una partita di tappi di sughero è contaminata, le bottiglie che sanno di tappo ritornano in cantina e il danno per un piccolo produttore può essere pesante ma con il tappo a vite questo problema non esiste più. 

Qualche anno fa si è usato lo Stelvin su un vino importante, il Clare Valley Semillon 1999, per un test durato ben dieci anni, e condotto dall' Australian Wine Research Institute, bene all'apertura delle bottiglie i numerosi degustatori internazionali hanno trovato un vino evoluto, importante senza nessuna ossidazione. 

Il tappo a vite diventerà sempre di più una garanzia per consumatori e produttori, ma questo quand'è che lo impareranno i ristoratori?



Questa è l'evoluzione del colore nei dieci anni di affinamento con il tappo a vite