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Il Fiano di Avellino CampoRe di Terredora - Una verticale da brivido 

Ho sempre avuto preferenze per i vini bianchi, siano fermi o bollicine, ed ogni volta che provavo a raccontare di come mi avesse entusiasmato quel bianco con qualche anno in più di affinamento mi sentivo dire che “ quelli sono i sentori di una lenta caduta”. 
Vi presenterò i miei sorseggi, sicuramente non tutti ma i più avvincenti. Nell'occasione in cui Paolo Mastroberardino ha presentato le eccellenze di Terredora, ha voluto sottolineare soprattutto il legame con il territorio - quello che i francesi chiamano terroir - addirittura per Paolo ha un valore più complesso, dove interagisce la filosofia del vignaiolo. 
Grandi vini bianchi d'Irpinia ed il Fiano di Avellino CampoRe, con terreni argillosi di origine vulcanica, clima mediterraneo e grandi escursioni termiche, questa è la collina di Lapio dove viene coltivato il vino bianco autoctono  di questa regione.

Ecco la annate di questa splendida verticale 2013 – 2011- 2010 – 2009 – 2008 – 2007

Il 2013 - Subito un bel naso di frutta matura poi mineralità e freschezza, aromi vegetali e salvia, sapido quasi salino, elegante con un finale lungo. Un vino importante.

Il 2011 - Naso evoluto, bouquet intenso, acacia fieno, note agrumate e di vaniglia, in bocca è morbido, fresco e di grande struttura.

Il 2010 - Al naso i frutti maturi arricchiscono la beva, il pompelmo e la pera emergono distinti, in bocca rimane un lieve sentore di miele e una piacevole nota di vaniglia, finale carico di sensazioni mediterranee

Il 2009 - 8 anni per un vino che ancora regala emozioni, il naso è quasi balsamico, frutti maturi e poi note petrolate, in bocca esplode la godibilità, è ricco di corpo, fresco ed elegante il finale è lungo con leggere note saline che lo impreziosiscono

Il 2008 - L’importanza di un vino ci viene data anche dal colore e questo Fiano è giallo dorato, con un naso pulito, complesso che ricorda idrocarburi, bucce di pompelmo lasciate nell’alcol, fieno. In bocca si esaltano le sensazioni nasali, spicca ancora la freschezza, la sapidità sulle labbra volge quasi al salino e ne impreziosisce il sorso con un finale lungo.


Il 2007 - E’ con rispetto che mi avvicino a questo vino, nel momento in cui stappo la bottiglia trovo il tappo in perfette condizioni, subito ci assale al naso il senso di pulizia e finezza, poi il colore giallo oro intenso, di nuovo al naso un leggero vanigliato poi agrumi e datteri, rimango piacevolmente sorpreso dai sentori intensi di miele poi albicocca. 



E’ il momento di berlo ed è allora che esplode in bocca, grande palato che riporta le note trovate al naso, anche un delicato rabarbaro, la vaniglia rilasciata da un legno di leggera tostatura. Il corpo è suadente e manda vampate africane grazie ai suoi 13 gradi,  nel finale lungo, una sensazione di caramello che si confonde con le mandorle. Lo definirei un vino Vulvanico, che da un senso di terroir ancora più intimo







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